“Monocoltura turistica” è l’organizzazione di un territorio o di una città attorno ad un unico settore economico – il turismo – che ne cancella progressivamente la complessità e la diversità. Il centro antico di Napoli è sempre più votato all’industria turistica come esclusiva fonte di reddito: tutto ciò che non rientra in questo circuito economico viene spazzato via. Le botteghe storiche e i negozi di prossimità – come alimentari, fruttivendoli, calzolai, librerie – chiudono per essere sostituiti da pizzerie e friggitorie per turisti. Abitare il centro è sempre più difficile a causa del proliferare incontrollato di case vacanza e del conseguente aumento degli affitti. Piazze e vicoli sono invase da tavolini di bar e ristoranti, e chi non può consumare rimane ai margini.
Ma il fenomeno non è nuovo in Italia, e tante altre città e zone rurali lo hanno affrontato prima di noi. Il volume “Oltre la monocoltura del turismo” rappresenta un tentativo di mappare i processi di turistificazione del Bel Paese, ma anche e soprattutto le molteplici forme di resistenza e contro-progettualità alla monocoltura turistica.
Ne discuteranno con noi la curatrice del libro e autrice del capitolo “La città resistente. Napoli tra turistificazione e contro-progettualità”, Alessandra Esposito, urbanista e ricercatrice presso l’Università di Roma La Sapienza; e l’autore del capitolo “Cratere e consumo. Conseguenze della monocoltura turistica nei territori colpiti dal sisma 2016-2017”, Alberto Marzo, architetto e ricercatore presso l’Università di Roma La Sapienza. Introduce Martina Locorotondo, ricercatrice in Studi Urbani presso De Montfort University, Leicester (UK).